La Chiesa e il convento di San Bartolomeo
Nel 1415 viene edificata la Chiesa e il
Convento di San Bartolomeo di Marano. Marano è la sorgente, tutt’oggi
attiva, sita nelle immediate vicinanze. IL convento viene edificato per
disposizione di Ugolino dei Trinci e completato nel 1415 da Nicolò
Trinci, suo figlio. Il convento viene eretto per ospitarvi i frati di
osservanza francescana per l’intervento di Paoluccio Trinci. Ospita oggi
religiosi di questo orientamento. Il chiostro, della stessa epoca,
rappresenta nelle lunette la storia del beato Paolo Trinci. Successivi
restauri del XVII secolo le hanno conferito l’aspetto attuale,
rendendolo tra le più interessanti espressioni di costruzioni religiose
del 700. Sull’altare maggiore si nota la tela del Damiani da Gubbio.
Dopo l’ingresso, la cappella sulla sinistra accoglie il dipinto del
Martirio di San Bartolomeo, ultima opera di Niccolò di Liberatore detto
l’Alunno, terminata poi nel 1503 dal figlio Lattanzio. Nel timpano è
rappresentato la mezza figura di San Bartolomeo attribuito allo stesso
Lattanzio. Sull’altare a sinistra vi è una tela che raffigura Madonna
con bambino e santi del XVII secolo. A destra la cappella costruita nel
1676, è stata costruita per accogliere una riproduzione del Santo
Sepolcro di Gerusalemme. A destra troviamo ancora l’altare con tela,
attribuita a Tommaso Nasini, raffigurante i Santi Giovanni da Capestrano
e Pasquale Baylon. Presso l’altare maggiore, una tavola rappresenta
Maria al Calvario e i Santi Gioacchino e Anna, opera attribuita a Felice
Damiani. Ai lati dell’altare maggiore le statue di San Francesco e di
San Bartolomeo. A sinistra del presbiterio si trova La Veronica tavola
di Nicolò Circignani, mentre a destra si trova tela rappresentante il
Beato Antonio da Stroncone. Dietro l’altare maggiore si notano tracce di
dipinto del quattrocento attribuito a Bartolomeo di Tommaso
rappresentante una grande Crocifissione.
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Le Fonti del Clitunno Da qui origina il Fiume Clitunno. Acqua limpidissima e fresca forma un laghetto con piccoli isolotti verdi sparsi ricchi di frassini: un’immagine di straordinaria suggestione. Properzio celebra le virtù benefiche delle acque delle fonti. Nei tempi passati usava portare gli animali alle Fonti ed immergere per renderli puliti e canditi per il sacrificio. Si credeva che nelle profondità di queste acque risiedesse il dio fluviale Clitunno. Un tempietto venne edificato in suo onore. La vicina chiesa paleocristiana di San Salvatore, conosciuta come Tempietto sul Clitunno probabilmente venne costruita con elementi architettonici derivati dal tempio. "Ancor dal monte, che di fòschi ondeggia
Giosue Carducci frassini al vento mormoranti e lunge per l'aure odora fresco di silvestri salvie e di timi, scendon nel vespero umido, o Clitunno, a te le greggi: a te l'umbro fanciullo la riluttante pecora ne l‘onda immerge.... ... Salve, Umbria verde, e tu del puro fonte nume Clitunno! ..." |
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Il Monte Subasio Sulle pendici del Monte Subasio sorgono le cittadine di Assisi e di Spello. Risalendo la strada che collega Spello ad Assisi, attraverso il Subasio, si giunge a Collepino, un antico castello medievale di straordinario fascino. Proseguendo verso Assisi ci si affaccia sul bellissimo paesaggio offerto dalla valle umbra, un tempo chiamata "valle spoletina" che ispirò la famosa frase di San Francesco ". "NIHIL IUCUNDIUS VIDI VALLE MEA SPOLETANA" - "non ho visto niente più bello della mia Valle Spoletana". In origine il Monte era ricoperto da un'ininterrotta estensione di lecci d'alto fusto. Oggi rimane la splendida lecceta attorno all'Eremo Francescano, annoverata tra le più importanti in Italia e protetta nell'ambito del Parco regionale del Monte Subasio. Nei secoli i rimboschimenti effettuati hanno generato una notevole varietà vegetazionale come roverelle, abeti ornielli, carpini neri, e pini neri. In primavera i prati in cima al Monte, attraversati dalla splendida strada panoramica, percorribile anche in automobile, si colora di fiordalisi |
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Le Cascate delle Marmore Le acque che scendono dalle Cascate delle Marmore impressionano per l'imponenza della loro forza. Furono realizzata da Console Curio Dentato nel 271 a. C. . Tre salti, il più alto raggiunge gli 80 metri, canalizzano nel fiume Nera le acque del Velino. |
Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini-l'Altopiano di Castelluccio
Al centro del Parco nazionale dei Monti Sibillini, sopra la Valnerina, lo straordinario e suggestivo paesaggio dei piani carsici di Castelluccio.
Un altipiano sovrastato dalle cime dei monti più alti della Regione tra cui quella del Redentore. Uno spettacolo naturalistico eccezionale e unico. Uno spazio in cui sopravvivono specie in estinzione con una ricca vegetazione. La fioritura alpina di fiordalisi, papaveri, narcisi, lenticchie e numerose altre specie di fiori che dipingono l'altopiano di mille colori e empiono l'aria di straordinari profumi. Il Pian Grande del Castelluccio, nei primi giorni di giugno, offre uno spettacolo fantastico.
Al centro del Parco nazionale dei Monti Sibillini, sopra la Valnerina, lo straordinario e suggestivo paesaggio dei piani carsici di Castelluccio.
Un altipiano sovrastato dalle cime dei monti più alti della Regione tra cui quella del Redentore. Uno spettacolo naturalistico eccezionale e unico. Uno spazio in cui sopravvivono specie in estinzione con una ricca vegetazione. La fioritura alpina di fiordalisi, papaveri, narcisi, lenticchie e numerose altre specie di fiori che dipingono l'altopiano di mille colori e empiono l'aria di straordinari profumi. Il Pian Grande del Castelluccio, nei primi giorni di giugno, offre uno spettacolo fantastico.
Le Grotte di Monte Cucco
Corsi d'acqua inghiottiti dalla terra che hanno scavato in milioni di anni grotte e cunicoli sotterranei di eccezionale bellezza e di maestosa grandezza. Le Grotte di Monte Cucco costituiscono il più grande complesso carsico d'Italia e per profondità - circa 922 ml - è al quinto posto nel mondo. Ambienti preziosi e rari anche per le specie floristiche e vegetazionali.
Corsi d'acqua inghiottiti dalla terra che hanno scavato in milioni di anni grotte e cunicoli sotterranei di eccezionale bellezza e di maestosa grandezza. Le Grotte di Monte Cucco costituiscono il più grande complesso carsico d'Italia e per profondità - circa 922 ml - è al quinto posto nel mondo. Ambienti preziosi e rari anche per le specie floristiche e vegetazionali.